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Laboratori restauro

laboratori restauro

Il Laboratorio di Restauro della Biblioteca Universitaria di Cagliari si occupa di restauro librario e documentario, sul patrimonio posseduto, effettuando interventi sia sul materiale antico che su quello moderno.

Il Laboratorio attuale è una prosecuzione, ampliata e corredata di attrezzature e personale adeguato, di quello progettato e realizzato nel 1937 di cui si hanno solo indizi nelle carte d'archivio dell'Istituto. Da queste si evince come appunto nel 1937 l'allora direttrice Bianca Bruno, riuscì ad ottenere personale, attrezzature e locali, per poter allestire un Gabinetto di Legatoria e Restauro grazie al supporto finanziario del Ministero dell'Educazione Nazionale e della Direzione specifica.

Nei fatti nonostante l'acquisto delle attrezzature, nel 1937, l'acquisizione di locali, consegnati nello stesso anno alla Biblioteca da parte dell'ufficio del Genio Civile di Cagliari, l'impiego di un addetto laico, Aloisi, proveniente dal laboratorio di restauro e patologia del libro operativo presso la Badia di Grottaferrata, il laboratorio cagliaritano funzionò solo pochi mesi. Aloisi infatti lasciò Cagliari ed il laboratorio fermò le attività di restauro e legatoria. Le vicende si intrecciarono quindi con il neonato Istituto della Patologia del Libro che trasferito da Grottaferrata a Roma sotto la direzione di Alfonso Gallo necessitava, per avviare le attività ed essere inaugurato su ordine dell'allora Ministro il 21 aprile del 1938.
L'avvio sarebbe stato impossibilitato dalla carenza di attrezzature e materiali a cui si ovviò, chiedendo quanto a Cagliari si era da così poco tempo acquisito. La Direttrice Bruno dovette obbedire a disposizioni superiori, ma non solo. Entrarono in gioco non solo questi ordini, giustificati da bisogni superiori, ritenuti dal Ministero dell'Educazione Nazionale prioritari, tanto da inviare una richiesta impellente di tutto quanto la Biblioteca aveva ottenuto per il proprio laboratorio, ma concorse anche il rapporto di gratitudine intessuto precedentemente tra la Direttrice ed Alfonso Gallo, che in qualità di Ispettore Superiore Bibliografico, presso la Direzione Generale delle Accademie e Biblioteche dal 1926, si era adoperato appena l'anno precedente proprio per spingere a dotare la Biblioteca Universitaria di Cagliari, dei necessari permessi e dei mezzi finanziari atti a realizzare il Laboratorio di Restauro progettato e voluto da Bianca Bruno. Ella infatti in una nota inviata ad Alfonso Gallo del marzo 1938, poco prima dello smantellamento del laboratorio, gli specificava che per la cessione del nostro macchinario, al suo laboratorio, sono lieta di farle cosa grata, aderendo in linea di massima, sebbene mi rincresca, perché ero fiera di averlo creato dopo tante noie ed in momenti così difficili. Non sfugge anche lo stretto rapporto epistolare con il responsabile del Laboratorio della Badia di Grottaferrata, il monaco Don Jeronimo Nilo Borgia, a cui la Bruno si era appoggiata in precedenza per la scelta delle attrezzature, ma anche per trovare il personale da adibirvi, utilizzando proprio quel restauratore laico molto pratico che a Grottaferrata erano obbligati a licenziare, sostituendolo con dei monaci, e da li inviato a lavorare nel laboratorio della Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Le note di Alfonso Gallo sono senza dubbio significative per descrivere le condizioni in cui Bianca Bruno si trovò, dovendo rinunciare a malincuore ad un progetto a cui aveva creduto, grazie proprio a quello stesso Gallo che con grande cortesia chiedeva il 14 marzo del 1938 che gli si spedissero tutte le attrezzature e se mai potrà utilizzare lo stesso imballaggio di quando le ricevette dal Continente... farà un'opera meritoria di cui le sarò personalmente grato, capendo che potessero frapporsi qualche difficoltà pratica all'invio di quanto aveva chiesto.

Il 26 marzo 1938 dalla Biblioteca Universitaria fu spedito all'Istituto della Patologia del Libro di Roma l'intero contenuto (tutte le attrezzature ed i materiali da lavoro) del laboratorio di Restauro, allogato, così come la Bruno comunica in una nota al Ministero, in quattro gabbie e due casse, ed specificando infine secondo le istruzioni ministeriali gli attrezzi rimangono in carico in questa Biblioteca e sono mandati all'Istituto della Patologia del Libro in Roma in forma di deposito.

Significativa la nota di accompagnamento della spedizione, con allegato l'elenco di quanto inviato all'Istituto della Patologia del Libro in Roma presso Roma Trastevere, elenco in cui è descritto ogni dettaglio utile ad individuare ogni pezzo, compreso il suo valore.

Non si ha notizia di una formale restituzione a questa Biblioteca di tutto quanto fu inviato, ma è certo motivo di orgoglio per questo Laboratorio di Cagliari, sapere di aver contribuito all'avvio di un così importante istituto, oggi Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario.

Si chiuse così la vicenda storica iniziata nel 1934 con un'idea che è stata in seguito ripresa negli anni 70 del secolo scorso quando si decise di riaprire un laboratorio, proprio col sostegno dell'Istituto della Patologia del Libro e durante la Direzione di Graziella Sedda Delitala, che accogliendo l'idea ne affidò la responsabilità al bibliotecario conservatore, Giuseppina Cossu Pinna. Nel 1996 la responsabilità del Laboratorio passò al nuovo Bibliotecario Conservatore, M.T. Passiu, che ha promosso nel corso di più anni le attività di restauro e legatoria del proprio laboratorio ma intrattenendo anche contatti con l'Istituto Centrale della Patologia e con laboratori di privati, accreditati sul territorio nazionale.

Il laboratorio di restauro alla fine degli anni 90 del 900 venne allestito ex novo, così come è attualmente, con un progetto preciso di restauro della Biblioteca che prevedeva appunto la creazione logistica di uno spazio destinato al restauro: fu infatti assegnata una zona adeguata dotandola di attrezzature ed impianti. All’attività di restauro fu adibito inizialmente un restauratore, formatosi all'Istituto della Patologia del libro di Roma, a cui seguì nel 1985 il coinvolgimento di cinque restauratori (M.T. Angioni, R.A. Lampis e T. Pisu, A.A. Leoni e P.Cabras).

Alle attività di restauro e legatoria del laboratorio si aggiunse la stretta collaborazione con le attività di un gabinetto di fotografia, ove furono assegnate due unità specializzate, L. Moroni e F. Staico. Entrambi i servizi operarono ed operano nel settore della Conservazione. I due Laboratori a tutt'oggi lavorano in stretta collaborazione.

Il Laboratorio di Restauro attualmente occupa un'ala del primo piano, tre stanze comunicanti in cui sono sistemati tavoli ed attrezzature. Il materiale necessario per l'espletamento della sua attività è invece conservato in un deposito dedicato e nell'anti laboratorio.

Lo spazio adeguato e le attrezzature a disposizione consentono di effettuare lavori di restauro sia su materiale cartaceo, moderno ed antico, che pergamenaceo, rilegature antiche in cuoio ed in pergamena e moderne in tela, rispettando le direttive tecniche impartite dall'Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma (MIBACT).

Il Settore si occupa del controllo periodico del microclima dei locali in cui e conservato il materiale librario, soprattutto quello antico, onde evitare il deterioramento del materiale stesso ed il proliferare di agenti patogeni.
I tecnici restauratori, svolgono anche attività di consulenza specifica nel territorio, a favore di istituzioni statali ed enti locali, relazionando sulle condizioni ambientali e sullo stato di conservazione delle collezioni conservate, redigendo progetti ed effettuando collaudi.
In collaborazione con l'Università il laboratorio ha accolto tirocinanti per lo svolgimento di un periodo di formazione specifica.

A scopo didattico il Personale addetto svolge attività di promozione del settore, specificando l'importanza di una buona conservazione, le tecniche di restauro del materiale librario e documentario, ed illustrando interventi specifici che potrebbero essere adottati su beni danneggiati e soluzioni di restauro adottabili.

Personale del settore:
Marco Angioni Funzionario Restauratore, Responsabile tecnico del Laboratorio
Antonella Angela Leoni Assistente tecnico Restauratore
Francesco Staico Operatore tecnico Fotografo