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Incunaboli

Tra i 238 incunaboli conservati nella Biblioteca Universitaria di Cagliari sono presenti pezzi di assoluta rarità che documentano la nascita dell'arte tipografica prodotta in Italia e in Europa nel secolo XV.
Un particolare interesse riveste la più antica edizione a stampa della Carta de logu (Inc. 230). L'incunabolo, che pervenne come acquisto dalla Biblioteca Simon Guillot di Alghero, è composto da 55 carte, la scrittura è gotica, la lingua sarda logudorese; si tratta di uno dei due esemplari conosciuti dell'unico incunabolo della Carta de logu, il volume è mutilo e privo di note tipografiche, particolare che da più parti ha indotto gli studiosi di incunabolistica ad attribuirgli diverse datazioni e luoghi di stampa.

Secondo i primi studi condotti dall'IGI (Indice Generale degli Incunaboli) vol. 2. n. 3671, esso sarebbe stato stampato a Valenza, presso Gabriel Luis De Arinyo nel 1485 circa. L'attribuzione dell'IGI decadde con la tesi avanzata nel 1954 da Franco Coni, secondo il quale questo incunabulo avrebbe visto la luce a Barcellona, nella stamperia di Miguel Pere, intorno al 1492.
In seguito, fu un funzionario responsabile del settore manoscritti e incunaboli della Biblioteca Nazionale di Roma ad avanzare una tesi che dava la preziosa edizione quattrocentesca del famoso codice legislativo arborense, come stampato in Sardegna nel 1480 circa, probabilmente da un tipografo ambulante chiamato dalla Spagna alla fine del XV secolo.

Nel 1981 con la pubblicazione del volume 6. degli aggiornamenti all'Indice Generale degli Incunaboli, fu di nuovo l'IGI a pronunciarsi, condividendo la tesi succitata, secondo cui l'incunabolo sarebbe stato stampato nell'isola dalla "Tipografia della Carta de logu" intorno al 1480.
Nel medesimo volume dell'IGI, era poi contenuta un'altra sensazionale notizia che annunciava il ritrovamento, presso la Biblioteca Reale di Torino, di un secondo esemplare dello stesso incunabolo, in tutto simile a quello che dal 1936 è conservato nella Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Tra gli incunaboli che la Biblioteca custodisce, meritano una particolare menzione alcune pregevoli edizioni, in special modo una Bibbia, in latino, stampata a Lione presso Mathias Huss nel 1494 (Inc. 95), unico esemplare presente in Italia. Sono poi da segnalare alcuni incunaboli editi in area spagnola come il Furs De Valencia (Inc. 71) e la Coronica de Aragon (Inc. 68), il primo stampato a Valencia nel 1482, è una raccolta di leggi che, in quella città spagnola, regolamentavano diverse materie, il secondo, edito a Saragozza nel 1499, raccoglie l'opera di Gualberto Fabricio De Vagad, cronista alla corte di Ferdinando il Cattolico e contiene la cronaca d'Aragona dalle origini fino ai tempi di Alfonso il Magnanimo; è altresì degno di nota un incunabulo edito in area tedesca, il Liber Chronicarum di Hartmann Schedel. (Inc. 69). La preziosa opera stampata a Norimberga nel 1493 dal celebre stampatore Antonio Koberger è una sorta di storia universale e contiene oltre 1800 xilografie di Michael Wolgemut pittore e incisore, che fu maestro di Albrect Dürer. Vi sono raffigurate scene di storia biblica e contemporanea e soprattutto vedute di grandi città. L'opera, di forte impatto visivo per le magnifiche illustrazioni, è infatti conosciuta per essere l'incunabulo più illustrato al mondo.